La Galleria Centofiorini

“Fin dal’inizio il nostro obiettivo è stato quello di rappresentare la
Pittura attraverso autori ricchi di coscienza morale e cultura, oltrechè di indiscutibile talento.
Abbiamo cercato di essere attenti alle voci più genuine e vere dell’arte italiana, accogliendo i nuovi linguaggi, ma senza cedere al richiamo della moda e del mercato, con un percorso difficile, serio, costante “

La Galleria Centofiorini nasce nel 1979 dalla dedizione, la volontà e l’impegno di Dino Baiocco e Giorgio Luzi, figure che sanno riunire attorno a sé un cenacolo di artisti e amanti dell’arte al contempo di carattere internazionale e spirito intimista, in grado di confrontarsi con il più alto panorama artistico come con il paesaggio collinare marchigiano che ospita lo spazio di Palazzo
Cesarini a Civitanova Alta.
Il nome della Galleria si lega ad una delle famiglie gentilizie della città (di cui faceva parte la madre di Annibal Caro) e alla nota stampa Centofiorini di Rembrandt, molto amata dai fondatori. La linea espositiva individuata è vicina a quella delle grandi gallerie milanesi (da più personaggi la Centofiorini è infatti tutt’oggi considerata la “galleria milanese più a sud di Milano”) e testimonia una spiccata preferenza per l’arte contemporanea e, con le parole di Baiocco e Luzi, per “i migliori pittori e incisori di oggi, che riescono ad esprimere il meglio di sé e dell’uomo in un mondo in cui pochi ancora tengono ai valori dell’arte “.
A partire da una mostra di dipinti ed incisioni di Arnoldo Ciarrocchi, amico e conterraneo che torna spesso sulle pareti dello spazio, consolidando – come quasi tutti gli artisti coinvolti – un’amicizia e un affetto che trovano nell’arte e nelle affinità elettive un valore aggiunto, negli anni i nomi sulle pareti sono Ruggeri, Raciti, Morlotti, Chighine, Vaccarone, Francese, Broggini, Guarino, Savinio, Lavagnino, Vago, Olivieri, Forgioli, Della Torre e poi gli svizzeri Dupertuis, Ferrari, Cavalli e Realini, oltre allo stesso Baiocco, con un’attenzione particolare per la pittura che dialoga tanto con il figurativo come con l’anoggettuale.

Uno sguardo acuto è oltretutto sempre riservato alla produzione grafica, con esposizioni personali e collettive di Fattori, Casorati, Bartolini, Morandi, Afro, Bacon, Bracque, Bonnard e molti altri (vedi archivio esposizioni).

Spesso le mostre sono accompagnate dalla realizzazione di cartelle con testi scelti ed incisioni su carte di alta qualità, edizioni d’arte attente e curate (vedi archivio pubblicazioni) che affiancano la Collana della Marca, i piccoli preziosi cataloghi della Galleria, testimonianza non solo della qualità delle esposizioni ma anche della relazione con raffinati critici e intellettuali degli ultimi quarant’anni, da Stefano Crespi ed Elena Pontiggia a Claudio Zambianchi, da Matteo Bianchi e Marta Silenzi a Francesco Porzio e Gian Paolo Minardi.

I venti anni della Galleria, nel 1999, sono celebrati con una grande mostra collettiva che intende riunire gli artisti che hanno contribuito alla sua notorietà: ” Fin dall’inizio il nostro obiettivo è stato quello di rappresentare la Pittura attraverso autori ricchi di coscienza morale e di cultura, oltreché d’indiscutibile talento. Abbiamo cercato di essere attenti alle voci più genuine e vere dell’arte, accogliendo i nuovi linguaggi, ma senza cedere al richiamo della moda e del mercato, con un percorso difficile, serio e costante”. Vengono esposte opere dei marchigiani Licini e Bartolini, Tulli, Bruscaglia, Quaglia, Vaglieri, Strazza, Maccari, Manfredi, Paulucci, Ciussi, Morandi, Cantatore, Marini, Scipione, oltre ai nomi sopra citati e ad importanti grafiche di Giacometti, Picasso, Kokoschka, Kandinskij, Mirò ecc ecc.
Negli anni la Centofiorini si dedica anche ad attività culturali nello stile di un circolo esclusivo ma al tempo stesso aperto alla condivisione, con la presentazione e pubblicazione di testi poetici e letterari, riunioni la notte di San Lorenzo nel giardino pensile dello spazio per concerti acustici o conferenze di gastronomia intellettuale (“A tavola con Robespierre”, “Afrodite nel tegame” ecc), piccole opere teatrali sul suo palco naturale (vedi archivio eventi), mirando sempre ad un dialogo tra le forme espressive, strizzando l’occhio un po’ all’ironia, un po’ all’edonismo.

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